Come scegliere l’università?
È una domanda che in tanti ci siamo fatti, quella su come scegliere l’università giusta per noi, che soddisfi anche le richieste del mercato e allo stesso tempo ci appassioni. Questione difficilissima, a cui è difficile dare una risposta, specie quando si hanno 18 anni.
Cosa vuoi fare da grande?
Da poco ho partecipato a uno shooting fotografico per un cliente, (in termini di regia, of course), e tra le modelle c’era una ragazza giovanissima, prossima al diploma, a cui ho chiesto che cosa avrebbe fatto dopo gli studi. Si è mostrata subito molto sicura, nonostante il carattere timido, dicendomi che avrebbe proseguito studiando Comunicazione all’università. Credo che la sua sia un’ottima scelta, e non perché sedici anni fa presi la sua stessa decisione, ma perché al giorno d’oggi, il mestiere del comunicatore (o del digital marketing specialist, per citarne un altro fra mille) è assolutamente una delle figure più richieste, anche nei mercati minori, come quello sardo.
Scegliere l’università in base al mercato?
Piano piano, con tempi comunque sempre troppo dilatati e vagonate di scetticismo culturale, molti professionisti, piccoli commercianti, artigiani e aziende locali, si sono resi conto di due cose fondamentali, specie quando si parla di social:
- non basta saper smanettare con i social per essere un Social Media Manager
- quello del Social Media Manager è un lavoro a tutti gli effetti, a tempo pieno (e chi non ha problemi a gestirli in autonomia dovrebbe farsi serie domande sulla salute del proprio business)
Ecco che qui entriamo in gioco noi, Comunicatori di professione, ciascuno con la propria vocazione e specializzazione, a campare in un mondo che fino a poco tempo fa ci etichettava come quelli di “Scienze delle Merendine”, senza arte né parte.
Quindi c’è mercato per i laureati in Comunicazione? Sì. Bisogna studiare? Tanto. Costantemente.
Scegliere l’università è una questione di cuore
Scegliere l’università però, a parte la ragazza di prima, con le idee molto chiare, è una questione che non può e non deve riguardare solo l’andamento del mercato o la situazione lavorativa in generale. Perché, come la mia esperienza insegna, nessuno può fare previsioni precise su quello che sarà dopo la laurea, nemmeno gli economisti più in voga. Nessuno ai miei tempi poteva prevedere lo stravolgimento del mondo per come lo conosciamo, la presenza sempre più massiccia dei social network nella vita di tutti i giorni, la nascita di figure professionali nuove e conseguenti nuovi posti di lavoro, orientati al digitale.
Quindi, in sostanza, il consiglio che mi sento di dare a chiunque abbia dei dubbi su come scegliere l’università, è quello di dare ascolto alla passione. Punto. Non importa se viviamo la peggiore crisi del millennio o se quello scelto non è un settore particolarmente florido. Un professionista appassionato è un bravo professionista e, anche nelle situazioni più complesse, avrà le carte in regola per emergere rispetto ai concorrenti e farsi notare.
Quindi, suggerisco di scegliere l’università in base al proprio cuore, dando meno retta al cervello e a tutti quelli che vi diranno che non troverete mai un lavoro. Lo troverete e, cosa più importante, lavorerete con il sorriso.